10)Nozioni di fotografia elementare 1.docx (114,9 kB)
Nozioni elementari di fotografia
(Che più elementare di così non si può)
Scritto da Naldo
Collaborazione speciale di KxS
Premetto che non sono un fotografo professionista e tanto meno un esperto di fotografia ma, da anni mi interesso, a livello dilettantistico e quindi per hobby, di fotografia e immagini in generale mettendoci interesse e passione in quello che faccio.
Come tutti gli appassionati il provare, divertendosi, diverse impostazioni di scatto e lo sperimentare in continuazione, cimentandosi in diverse condizioni di luce per eseguire quel certo….. “scatto”…. che si vuole ottenere, aumenta e rende più bella la sana passione della fotografia.
Ho visto molte persone usare la fotocamera come se fosse un fucile. Punto, premo il pulsante e ohilà fatto, la foto è uscita. Nel display della fotocamera è bellissima, poi…..arrivati a casa, messa la foto in un visualizzatore digitale di foto o sul PC ci si accorge che la foto è mossa, sfocata, scura, troppo chiara o che non presenta più quel…. “che” …noi ci aspettavamo.
Cose queste, che all’inizio mi hanno abbastanza provato non capendone il perché. Ero convinto che essendo una macchina ibrida a pellicola facesse tutto da sola. Pian piano mi son reso conto delle cose che trascuravo e ho affrontato il problema. La prima cosa che mi sono imposto è quello di far conoscenza, seppur dal punto di vista elementare, di come funzionava la macchina e poi ingoiare qualche nozione di fotografia senza le quali non si va da nessuna parte. Affrontando il problema mi son reso conto, anche, che non è del tutto vero che è la fotocamera che costa centinaia o addirittura migliaia di euro che fa le foto belle, ma è chi fotografa a farle. Per fare questo occorre conoscere qualche nozione di base… Vediamole insieme ma senza pretese, perché queste poche righe hanno lo scopo di una semplice informazione, non sono nozioni di carattere professionale e tanto meno hanno la pretesa di “insegnamento”.
Partiamo……
Fotografia vuol dire: “scrivere con la luce”, per cui per fotografare occorre solo luce (logicamente anche il soggetto).
Vediamo come si forma l’immagine: - l’obiettivo inquadra il soggetto da fotografare e trasmette una certa quantità di luce al sensore delle fotocamere digitali o alla pellicola in quelle analogiche. Il concetto è lo stesso. Nelle macchine digitali il sensore riceve la quantità di luce e la converte in segnali digitali e li trasferisce ad un piccolo computer che a sua volta li elabora codificandoli in un formato fotografico, in genere JPEG (la stragrande maggioranza delle fotocamere digitali usa questo formato).
I principi fondamentali di una fotografia sono TRE: Il DIAFRAMMA; Il TEMPO DI SCATTO (otturatore); L’ISO (sensibilità del processore alla luce).
DIAFRAMMA
In termini letterali diaframma è la dimensione della lente. In termini pratici è un’apertura, in genere di forma circolare, incorporata al centro dell’obiettivo e regolabile (in apertura) mediante delle lamelle. Le fasi di apertura sono regolate da una sequenza di intervalli detti “numeri f”. Quindi abbiamo: f1-f1,41-f2-f2,8-f4- f5,6-f8-f11-f16-f22-f32 ecc. Il numero sta ad indicare la quantità di luce che passa. Però non fatevi ingannare perché più il numero è alto meno luce passa. Più è basso il numero più luce passa. Per esempio un diaframma a f4 lascia passare più luce di un diaframma a f5,6; F2 = più luce, f 22 = poca luce.
f1 f10 f32 |
Immagini del Diaframma.
TEMPO DI SCATTO (Otturatore)
L’otturatore è una specie di tendina che si apre e si chiude lasciando passare per un certo tempo una certa quantità di luce. L’otturatore può essere meccanico o elettronico, ed è comandato dal pulsante di scatto della fotocamera. Il tempo di apertura dell’otturatore va da parecchi secondi, anche oltre i 30 secondi, alla frazione di millesimi di secondo. Per esempio 30 15 8 4 2 1 ½ ¼ 1/10 1/15 …….1/100 1/200 ……1/1000 di secondo.
Più è lungo il tempo di apertura dell’otturatore più luce passa. 1/100 di secondo lascia passare più luce di 1/200 e cosi via. Tempi lunghi = più luce. Tempi corti = poca luce.
ISO
L’ISO rappresenta la sensibilità del sensore alla luce. Il sensore di una macchina digitale nasce con un “range” di amplificazione al fascio luminoso. Questo vuol dire che operando nel suo range stabilito, il sensore è in grado di amplificare il valore del fascio luminoso. I valori di ISO in genere partono da 100 e vanno raddoppiando passo per passo: 100 200 400 800 1600 3200.
A cosa serve? Immaginiamo di scattare una foto in condizioni di scarsa luminosità e la quantità di luce presente non è sufficiente per lo scatto: aumentiamo l’ISO e lo scatto è possibile.
Per capire meglio faccio un esempio: in una certa situazione ho una luce di valore 10, porto l’ISO da 100 a 200 e di conseguenza il valore della luce che capta il sensore è di 20. Così se lo porto da 100 a 400 la luce sarà amplificata arrivando a un valore di 30.
Ma….ma ATTENZIONE cosa succede se forzo, ossia costringo il sensore ad amplificare troppo la luce? La foto risulterà granulosa e a volte inservibile. Faccio un esempio audio. Ho un amplificatore con una gamma dinamica di volume da 0 a 50. Ascolto un brano musicale con valore di volume a 10: bello pulito, non ci sono distorsioni armoniche né tagli dei picchi del segnale sia sulle frequenze basse che in quelle alte. Poi aumento il volume portando il comando a 20: l’orecchio sente ancora il suono pulito. Aumento ancora e questa volta il comando del volume lo porto a 30: comincio a sentire qualcosa che non è più la musica di prima e si sente qualche distorsione (taglio dei picchi sia bassi che alti e anche distorsioni armoniche). Se poi porto il comando a 50 la distorsione aumenta notevolmente e della bella musica che sentivo al valore 10 non c’è più nulla.
Perciò se usate l’ISO andateci piano.
Ora abbiamo i tre principi fondamentali della fotografia e possiamo fotografare. Prendiamo la nostra bella fotocamera compatta in mano, inquadriamo il soggetto, mettiamo a fuoco e premiamo il pulsante di scatto. Arriviamo a casa tutti contenti e orgogliosi della nostra foto. La scarichiamo sul PC e chiamiamo tutta la famiglia a vedere il nostro capolavoro…………ma cosa è successo? La foto è mossa e in parte sfocata………..
Nel prossimo articolo si parlerà del rapporto che esiste fra apertura diaframma, tempo di scatto e ISO, e cerchiamo insieme di capire il perché con una compatta il mosso e la sfocatura si ottengono facilmente.
Nel frattempo, se avete una fotocamera, leggete e rileggete il suo manuale di istruzioni e fate delle prove con le opzioni che vi dice.
Da fotografando, alla prossima
Ciaooo
Per il gruppo fotografando
Naldo
Correzioni a cura di KxS
Nozioni elementari di fotografia
(Che più elementare di così non si può)
Scritto da Naldo
Parte seconda
Revisione a cura di KxS
Nel precedente articolo abbiamo visto le caratteristiche fondamentali (parametri) della fotografia. Quantità di luce (diaframma); Tempo di esposizione (otturatore); ISO (sensibilità del sensore alla luce).
Riepilogando:
f4 = molta luce
f22 = poca luce
½ secondo di tempo (tempo lungo) = molta luce
1/200 di secondo (tempo corto) = poca luce
ISO 100 = poca sensibilità alla luce
ISO 3600 = molto sensibilità alla luce.
Diaframma, tempo e sensibilità è una relazione un pò ostica ma, vediamo di spiegarla terra terra.
Immaginiamo di dover riempire un bicchiere d’acqua da un rubinetto (fig).
Se apriamo tutto il rubinetto, il bicchiere si riempirà in un tempo breve.
Se apriamo il rubinetto a metà il bicchiere si riempirà in un tempo più lungo.
Se apriamo poco il rubinetto il bicchiere si riempirà in un tempo ancora più lungo.
Questo sta ad indicare che tempo e quantità d’acqua sono legati fra loro. Il rubinetto è il diaframma. L’acqua è la luce. Il tempo di riempimento è il tempo di scatto.
E l’ISO?
L’ISO lo possiamo paragonare al contenitore. Più è piccolo e meno acqua occorre per riempirlo (più sensibilità meno luce). Più il contenitore è grande e più acqua occorre per riempirlo (poca sensibilità).
Vediamo brevemente come stanno fra loro e come si combinano questi tre parametri.
Scattiamo una foto usando questi parametri:
f5.6, tempo di scatto 1/100, ISO 100.
Il risultato di questo scatto si può ottenere con:
Diaframma f4, tempo di scatto 2/200, ISO 100;
Oppure Diaframma f5.6, tempo di scatto 1/200, ISO 200.
Questo sta a indicare che i parametri sono legati fra loro per cui regolandoli in modo adeguato si ottiene la stessa quantità di luce.
Cosa succede con diaframmi più o meno aperti e tempi di scatto lunghi o corti lo vediamo in un’altra occasione perché l’argomento non è previsto in questi articoli.
Qualcuno si chiederà: “Cosa mi importa di conoscere queste cose se io ho una compatta che fa tutto essa?”
Importa, importa, eccome se importa. Vediamo.
Nel precedente articolo ho parlato di mosso nelle fotocamere compatte……..Perché?
Come si è visto, i tre parametri dell’esposizione sono legati fra loro. In una fotocamera compatta i parametri li sceglie la macchina impostandoli secondo la quantità di luce presente nella scena che si vuol fotografare.
Quando premiamo a metà il pulsante di scatto la fotocamera compie 2 azioni in automatico: 1 - mette a fuoco (tramite il suo autofocus) misurando la distanza della scena e la quantità di luce presente. 2 - imposta i parametri di scatto in base alla lettura precedentemente eseguita. Tutto questo tramite il suo piccolo computer. Premiamo a fondo il pulsante di scatto…. l’otturatore rimane aperto per il tempo impostato dalla macchina e questo tempo la luce impressiona il sensore. Chiudendosi ……..avviene lo scatto.
A questo ponto domandiamoci: “Quali sono i parametri di scatto che ha impostato la fotocamera?” Lo possiamo sapere solo a foto scattata. Il come lo vediamo dopo.
Ho visto che certe persone premono subito a fondo il pulsante senza aspettare che la fotocamera abbia compiuto l’operazione di messa a fuoco. Altre considerano la foto fatta subito dopo aver premuto a fondo il pulsante di scatto e non aspettano quell’attimo che occorre affinché l’otturatore termini la sua completa chiusura generando, così, il mosso.
Supponiamo che la macchina, per una determinata scena, quando si preme a metà il pulsante di scatto, imposti questi parametri:
f5,6
Tempo di scatto 1/25
ISO 200
(In genere una compatta ha un obiettivo con una lunghezza focale massima contenuta intorno a 100 mm. La lunghezza focale è la distanza tra il centro ottico dell’ obiettivo e il piano del sensore).
La fotocamera sceglie una focale, per la giusta messa a fuoco, di 50 mm.
A questo punto si ha:
f5,6; Tempo di scatto 1/25; ISO 200; Focale 50 mm.
I sacri testi di fotografia dicono che per non ottenere il mosso il tempo di scatto dev’essere l’inverso della focale o più piccolo. In questo caso l’inverso della focale è: 1/50 di secondo. La nostra fotocamera ha scattato con un tempo di 1/25 di secondo, molto più lungo del tempo teorico. In queste condizioni, se la fotocamera non è stabile, quindi chi la usa non ha la mano ferma, ottenere una foto mossa è facile.
Consiglio: mano ferma quando si scatta e ……aspettare un attimo dopo il rumore dello scatto.
Come faccio a sapere quali sono i dati di scatto della mia fotografia scattata con una compatta in automatico?
In ogni fotografia digitale vengono inseriti dei dati (DATI EXIF acronimo di EXchangeable image file) che riguardano quella singola fotografia. Data e ora di scatto, risoluzione, dimensioni, tempo di scatto, apertura del diaframma (f), gamma colori, tipo e marca della fotocamera usata; se la macchina è fornita di GPS anche i dati, ecc. Come si fa a leggere questi dati?
In genere programmi costosi di fotoritocco sono provvisti di quest’opzione ma………chi ha come sistema operativo Windows niente paura. Clic con il tasto destro sull’immagine > dal menù contestuale cliccare su proprietà poi sulla paletta Dettagli. Si apre una finestra dove vengono riportati tutti i dati della fotografia.
Arrivederci al prossimo articolo. Ciaooooo
—————